Dolci Tipici della Campania

Descrizione

Parlando di dolci tradizionali campani tre sono i nomi che mi vengono in mente: babà, sfogliatelle e pastiera. Solo tre direte? Si, perché, pur cosciente del fatto che di dolci tipici in Campania ne esistano molti altri, questi sono quelli che a mio parere più rappresentano la regione e non è certo una novità che ovunque si vada sono conosciuti e apprezzati, nonché imitati.

Se però volete assaggiare dei veri babà o perdervi nella dolcezza delle sfogliatelle o ancora assaporare con estrema calma la pastiera è nella loro regione d’origine che dovete recarvi. Per ora, però, possiamo iniziare ad pregustare tali specialità cercando di conoscerle meglio. Quanti di voi hanno, infatti, assaggiato un babà? Molti, certamente, ma quanti tra questi ne conoscono la storia o quanti pur avendo mangiato la celebre pastiera conoscono il procedimento con il quale la si crea? Iniziamo proprio da questa ultima: la pastiera, che annovera tra i suoi ingredienti la farina, lo zucchero, i tuorli d’uovo, la ricotta, il grano, l’acqua di fiori d’arancio, il cedro e le scorzette d’arancia candite.

Dolce tradizionalmente preparato nel periodo pasquale, la pastiera è oggi simbolo della cucina napoletana e assaggiarla è divenuto quasi un imperativo, certamente piacevole, per chi si reca nella città di Napoli. Non è invece nato a Napoli, ma ne è divenuto negli anni un prodotto tipico, il babà le cui origini si fondono con la storia dei Borboni. La sua forma è quella di un piccolo sformato molto soffice e dall’inconfondibile profumo di rhum. La sfogliatella, infine, è nata nel ‘700 all’interno delle cucine del convento della Croce di Lucca, come dolce da offrire ai prelati in visita. Più tardi la sfogliatella fu riproposta, in formato leggermente più grande, dalle monache del convento di Santa Rosa, che arricchirono il ripieno con crema e confettura di frutta. Ma solo nel 1818 tale dolci “uscì” dai conventi, grazie all’oste Pasquale Pintauro.